Dialetti greci ancora vivi in Calabria

Annita Gullo

Sappiamo che la Calabria è stata meta di grandi immigrazioni di popoli stranieri e i greci tra quelli che lì passarono, verso il VII - VI secolo a.C, lasciarono tracce della loro cultura che fanno parte della tradizione calabrese. Ancor oggi possiamo trovare il rito greco nella sede episcopale di Bova e circa 6000 persone che ancora parlano i dialetti greci non soltanto a Bova ma anche nelle località di Gallicianò, Condofuri, Rocca del Greco e Amendolea - piccoli paesi che costituiscono un’ isola linguistica greca in terre italiane. Certamente l’isolamento geografico di queste località ha molto contribuito per la preservazione della lingua greca in Calabria. Oggi sono coloro che hanno più di cinquant’anni che mantengono la tradizione orale del greco mentre per la forma scritta si usa l’alfabeto latino.

Non possiamo dimenticare che il nome del nostro paese Italia ha origine nella lingua greca. Prima i greci denominarono la Calabria di Italia, poi il nome è stato usato per tutto il territorio. È curioso come molti calabresi usano nel loro dialetto la parola “lagana” (“tagliatella” in italiano) non sapendo che questa parola ha un’ origine molto antica lasciata lì dai greci ( “làganon” in greco). E così come questa ci sono molte altre parole di origine greca che fanno parte della lingua italiana.

Troviamo in Calabria molte testimonianze della presenza greca in Italia non soltanto nella lingua ma anche nell’arte, nella architetura, nelle tradi-zioni e riti religiosi, per esempio.
Bisogna soltanto che questa importantissima cultura della Magna Grecia sia presentata ai giovani, insegnandola a scuola, per esempio, e divulgandola in eventi culturali. Se non si prendono delle iniziative urgenti rischia di perdersi un importante aspetto della cultura italiana che in breve tende a scomparire.

Annita Gullo è Professoressa di Lingua e Letteratura Italiana presso l’UFRJ.

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