“Gargantas Abertas”
di Marina Colasanti

Un libro brasiliano che comincia e finisce con poesie in italiano, e che ne contiene alcune altre nell’interno, puó sembrare sorprendente. E ancor piú sorprendente perché le poesie non sono tradotte. Ma la mia intenzione non era sorprendere. Quello che desideravo, con questa inserzione nel libro Gargantas Abertas, era riaffermare la mia italianitá, la mia appartenenza alla lingua e alla cultura che mi hanno dato origine, e che saranno in me fino alla fine.

Messa al Dom

l’antico gesto
la medesima lama
e la testa che vola
nella porta di bronzo
del Manzú
Ruzzolano le teste
della storia
dai quadri
dagli affreschi.
E mozze
ci raccontano chi siamo.
(Salzburg 1995)

Pisanello al Louvre


 

 

 

 

 


La Principessa Estense
che hai ritratta
su un fondo di farfalle
e di fioretti
cosa pensava mentre stava in posa?
Sorride appena appena
lo sguardo basso
il volto quasi chino
l’espressione serena.
Era sposa da poco
Margherita
di nome fiore anch’essa
e in piena fioritura
nessun vento la sfiora
la morte non l’adombra
sebbene sia vicina.
Offre il profilo
e attende che il futuro
la prenda.
Cieco il futuro alla sua fronte alta
alla gola di stelo
passerà oltre
consegnandola al nulla,
E a salvaria
sarà solo il ritratto.

Protesi

Tante invasioni
ho avute
nella bocca
di ferri gomma tubi
e lingue altrui.
Or una placca
mi incollano sui denti
e mi rassegno.
Fra mesi
ci sarò abituata
e scorderò
che com quell’oro
in bocca
non sono nata.

Brusio

Mosconi sul rampicante rosa
pelosi
fra petali e foglie
più che insetti si direbbero
scuri pistilli in volo

Domenica a Certaldo

Domenica a Certaldo
Boccacio dorme sotto al vetro
delle teche. E noi seduti nella casa
del vicario godiamo la valle
iscritta negli archi di pietra.
C’e un uomo che va
con un carne.
Tu guardi e mi dici, che bello
andare pei campi.
Sicuro non vedi il fucile
che há um guizzo di sole.
Poi dopo edremo lo sparo
vedremo correre il carne
e tu penserai, senza dirlo,
che ancora in Toscana
é viva la peste.

 


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Mosaico Italiano #4

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