Il Governo regionale veneto ha dato inizio al riscatto nella identità originaria dei suoi discendenti di emigrati

Giovanni Meo Zilio

Si sono conclusi con grande successo i primi tre corsi di lingua e cultura veneta presso le Università Bra-siliane di Caxias do Sul e di Erexim (Stato di Rio Grande do Sul – Brasile) oltre che presso il Circo-lo Veneto di Santa Maria (nello stesso Stato) patro-cinato dalla locale uni-versità. E’ la prima volta nella storia delle lingua padane che una di esse viene insegnata a livello universitario in un pae-se straniero. Ciò costi-tuisce un precedente “ri-voluzionario” nel mondo accademico nazionale e internazionale. I corsi sono stati frequentati so-prattutto da discendenti di veneti di terza, quarta e quinta generazione che hanno conservato per più di cento anni, a livel-lo familiare e comunita-rio, il ricordo e la nostal-gia della lingua dei loro padri la quale a sua volta è stata parlata per più di mille anni nel territorio della Serenissima Repub-blica Veneta. La riscoperta della loro lingua, questa vol-ta addirittura a livello universitario, concorre a consolidare e salvaguar-dare la coscienza della loro identità storica, cul-turale e sociale che da sempre ha caratterizzato in modo peculiare i no-stri popoli. I vecchi emi-granti del XIX secolo che hanno trapiantato eroica-mente nelle foreste brasi-liane dell’epoca usi, co-stumi e tradizioni che in parte perdurano tutt’oggi non avrebbero mai im-maginato che la loro lin-gua, considerata fi no a pochi decenni fa lingua di emarginati e di pove-racci potesse arrivare sui banchi dell’università e diventare modello esem-plare per l’insegnamento delle altre lingue regio-nali. Il merito di questa grossa operazione cultu-rale che avrà risonanza storica è soprattutto del-la “Associazione Fede-rale Padani nel Mondo” (Presidente Gianpaolo Gobbo e Vicepresidente Vicario Archimede Bon-tempi) che ne ha preso la coraggiosa iniziativa e della Regione Veneto che l’ha immediatamente fi -nanziata. L’Associazione ha messo a disposizione i propri specialisti e ne ha gestito la complessa organizzazione didatti-ca e la Regione Veneto ha acquisito un ulterio-re credito nei riguardi dei propri corregionali. Essa non mancherà di as-sicurare il suo indispen-sabile sostegno fi nanzia-rio e il costante appog-gio dei propri assessora-ti competenti (soprattutto quello all’Emigrazione e quello della Cultura e della Identità) agli svilup-pi della esemplare opera-zione. E’ auspicabile che accanto all’insegnamen-to e alla diffusione della lingua nazionale italiana vengano creati corsi di lingua e cultura delle al-tre etnie italiane di gran-de tradizione come ad esempio il friulano o il si-ciliano o il sardo. In que-sto modo si valorizzereb-bero e si salverebbero le diverse identità culturali che insieme concorrono a formare e a valorizzare la stessa identità italiana.

 


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