Prezados Senhores

Considero uma vergonha que seu site publique colunas como a do tal Giovanni Meo Zilio, onde se afirma que os descendentes de italianos residentes no exterior deveriam gozar de um canal privilegiado para entrar na Itália por motivos de trabalho por serem "naturalmente mais afins" do que "albaneses, tunisianos, marroquinos, etc." a se integrarem no "nosso contexto histórico, lingüístico-cultural e social".
O colunista - que escreveu no diário La Padania, de conhecido cunho racista, em se tratando do veículo de informação do partido Lega Nord, que nasceu pregando a separação do Norte da Itália do Sul pela suposta "superioridade étnica" da população da primeira - acata deste jeito a arcáica e bárbara concepção segundo a qual o que tem prioridade na hora de determinnar as políticas públicas de um país é o critério étnico-racial e não os direitos fundamentais de todos os seres humanos, que lhes correspondem em quanto tais. De fato, toda pessoa - independente de sua naconalidade e de qualquer outra condição, seja ela econômica, racial, cultural, religiosa, de gênero, opção sexcual, etc. - tem direito de ir e vir livremente e escolher onde viver e trabalhar, e todo Estado tem o dever de garantir os direitos civis e políticos e os direitos econômicos, sociais e culturais (entre eles, condições de trabalho dignas) para qualquer ser humano, independente de se é tunisiano, marroquino, albanês ou descendente de italianos no exterior.
Por estas razões, manifesto repúdio e indignação perante colunas como a do senhor Meo Zilio e espero que, nas próximas edições, esta revista rejeite opiniões racistas, discriminatórias e contrárias aos valores democráticos e os direitos humanos.

Atenciosamente,
Antonino Condorelli
Natal - RN

Spett. Redazione di Comunità Italiana
Rio de Janeiro

Caro Direttore,
ho ricevuto la mail del 23 agosto da lei inviatami per conoscenza e scrittale dal signor Antonino Condorelli di Natal il quale, collegandosi a un mio articolo del 2 novembre 2002 (!) pubblicato dal suo giornale su "Ingresso in Italia per ragioni di lavoro: quota riservata agli Italo-Argentini"e riferendosi anche a un mio precedente articolo pubblicato su "La Padania" il 19 febbraio 2002 intitolato "Emigranti italini, ritorno grazie alla Lega", accusa me e il giornale "La Padania" di "razzismo" per avere auspicato prima, e per essersene rallegrati poi che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Italiano, nel suo decreto-flussi 2002, in applicazione della Legge Bossi-Fini, abbia riservato "una quota di ingressi per motivi di lavoro a 4.000 persone di origine italiana residenti in Argentina. Si è previlegiata per ora l'Argentina data la gravissima crisi economica che si è abbattuta su quel paese amico la quale coinvolge i discendenti di tanti italiani che a partire dall' '800 l'hanno popolata e fatta crescere facendo onore a quell'Italia che li ha spesso dimenticati". L'auspicio di un "canale preferenziale" per gli oriundi italiani ai fini del rientro nella loro patria per motivi di lavoro, fatto proprio, fra l'altro, dall'Assemblea del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, partiva dalla premessa che nel Decreto-flussi 2001 erano previste delle "quote speciali per l'inserimento nel nostro mercato del lavoro di tunisini, marocchini, somali e soprattutto di albanesi ma non c'era menzione dei nostri oriundi". Nel settembre dello stesso anno il Governo Italiano, su proposta del Ministro per gli Italiani nel Mondo, on. Tremaglia, approvò l'inserimento di un emendamento al D.D.L. in itinere intitolato "Modifiche al DL 25 -7-1998, n. 286", sulla disciplina dell'immigrazione che prevedeva quote riservate di ingresso ai lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea retta di ascendenza residenti nei paesi non comunitari.
Nel settembre del 2000 d'altronde il Comitato organizzatore della Pre-conferenza latino-americana realizzata in Montevideo in preparazione della Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo aveva approvato, come raccomandazione, una mozione in favore del "canale preferenziale" per i nostri concittadini e oriundi all'estero ai fini di un loro inserimento nel mercato del lavoro, anche "tenuto conto che gli italiani e gli oriundi italiani all'estero presentano caratteri di omogenietà culturale, linguistica e religiosa con i loro confratelli d'Italia". Pertanto il Governo italiano ha recepito un'istanza che, oltre ad essere obiettiva, non proveniva solo dalla Lega ma dal Consiglio Generale degli Italiani all'Estero che rappresenta appunto tutti gli Italiani all'estero.
Quanto alle considerazioni che il signor Condorelli scrive sulla Lega Nord e sul suo giornale "La Padania" esse si commentano da sé: "de minimis non curat pretor".
Con cordiali saluti.

Prof. Giovanni Meo Zilio

ll'Università di Venezia, Assessore del Ministero Italiani nel Mondo e del Ministero del Lavoro