Lunedì
19 Giugno 2006
Vittorio Emanuele:
prometto, non mi suicido
Nella notte era caduto dal letto. Indagini, in campo anche il
Sisde
POTENZA
— È scivolato dal letto, l'altra notte, il principe
Vittorio Emanuele.
Letto a castello, sotto di lui dormiva tranquillo il suo compagno
di cella. Voleva scendere per andare in bagno, ha messo male il
piede su uno sgabello ed è caduto. Niente di grave, solo
un livido a un braccio, un incidente, però ieri mattina lo
psicologo del carcere, con tono scherzoso, per non drammatizzare,
una domanda comunque gliel'ha voluta fare: «Maestà
— così l'ha chiamato — mi date la vostra parola
d'onore che non vi suiciderete?». Vittorio Emanuele di Savoia
l'ha guardato sorridendo e gli ha detto: «Certo che vi do
la mia parola, state tranquillo, non accadrà». Nessun
disagio, nessun cedimento. È stata già presentata
una relazione al Gip: «Situazione non incompatibile con il
regime di detenzione». All'onorevole Giampiero Catone, Democrazia
cristiana, che più tardi è andato a trovarlo, il principe
ha confessato la sua unica debolezza: «Mi manca tanto la mia
nipotina (Vittoria, la figlia di Emanuele Filiberto e Clotilde,
ndr) e spero di poter vedere da vicino anche l'altro maschietto
quando nascerà (la coppia avrà un figlio in agosto,
ndr)... ». Ma intanto l'inchiesta dei giudici di Potenza va
avanti e adesso si muove anche il Sisde. Perché i servizi
segreti in questa storia vogliono vederci chiaro: troppi faccendieri
in giro, troppe figure losche, troppi traffici strani tra l'Italia
e la Libia, la Somalia, la Bulgaria.
Oggi cominceranno gli interrogatori davanti al Gip Alberto Iannuzzi:
toccherà a Massimo Pizza, sedicente «capo dell'ufficio
K» del Sisde. E poi a Rocco Migliardi, considerato vicino
alla criminalità organizzata siciliana. Verrà sentito
Achille De Luca, coinvolto anche lui nell'inchiesta sulle truffe
e infine Nicolino Narducci, collaboratore stretto del principe,
quello che in un'intercettazione chiariva che «il Capo (Vittorio
Emanuele, ndr) vuole le bionde... ». Domani sarà il
giorno di Vittorio Emanuele. È già iniziato davanti
al carcere il presidio degli aderenti alla Guardia d'onore alle
tombe reali del Pantheon: per ora sono solo in 4, ma giurano che
stanno arrivando pullman da tutta Europa. Le volgarità pronunciate
dal principe intercettato? «Espressioni gergali — dicono
—. Chi non ha mai parlato così al telefono?».
Ma il figlio del principe, Emanuele Filiberto, indagato per pirateria
informatica, è durissimo: «Mi dà molta amarezza
leggere brandelli di conversazioni telefoniche private della nostra
famiglia sui giornali. Non pensavo ci potesse essere una violazione
così intima e sconvolgente. Spero comunque che la giustizia
italiana faccia il suo corso e che la nostra famiglia possa ritrovarsi
insieme in pochi giorni». Domani, probabilmente, interpretando
le parole di uno dei suoi avvocati, Piervito Bardi, Vittorio Emanuele
dirà di essere stato «raggirato», usato, in sostanza
di essersi fidato delle persone sbagliate. Dopo di lui, saranno
interrogati l'imprenditore veneziano Ugo Bonazza e il sindaco di
Campione d'Italia, Roberto Salmoiraghi. Inchiesta con più
filoni: mazzette e videopoker truccati, appalti e tangenti, associazione
a delinquere, sfruttamento della prostituzione.
Il procuratore capo, Giuseppe Galante, ha parlato ieri di «reati
molto gravi rispetto ai quali è stato raccolto un amplissimo
quadro probatorio». Leggendo le intercettazioni, ha aggiunto,
«ho provato un senso di disagio». Quindi, il procuratore
capo ha difeso il suo pm d'assalto, Henry John Woodcock, dall'accusa
di mania di protagonismo: «È un bravo magistrato e
un fine segugio, ha rispettato il codice». Eppure l'avvocato
Piervito Bardi continua a mettere in dubbio che ci fossero gli estremi
per la custodia cautelare: «Non c'era alcun pericolo di fuga».
Il procuratore Galante è di diverso parere: «Sicuramente
c'era la reiterazione del reato, la vicenda corruttiva era in evoluzione,
il principe di Savoia, inoltre, è un cosmopolita e quindi
avrebbe potuto ben sottrarsi. Se poi sia una persona perbene come
ha affermato, io non ho alcuna difficoltà a crederlo».
Assai difficile, però, dopo quello che ha scritto il Gip
nella sua ordinanza («Indizi gravissimi»), che il principe
possa essere scarcerato in 24 ore. Si dovrà aspettare, allora,
fino al 27 giugno quando ci sarà l'udienza del Tribunale
del Riesame. Nel caso gli venissero accordati gli arresti domiciliari,
Vittorio Emanuele ha già indicato una soluzione: un appartamentino
di famiglia vicino al mare, a Sabaudia.
fonte: corriere della sera.it
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"I
clandestini più istruiti
degli studenti italiani"
ROMA - Gli
italiani sono in media meno istruiti degli immigrati clandestini.
E' il dato, sorprendente, che emerge da uno studio di Carlo Devillanova,
dell'Università Bocconi, e Tommaso Frattini, dello University
College di Londra. Numeri significativi soprattutto se confrontati
con i dati Osce sull'istruzione del nostro paese: nella classe di
età tra i 25 e i 64 anni, il 41,1% degli immigrati dichiara
di essere in possesso di un diploma di scuola superiore, contro
gli italiani della stessa età che raggiungono appena il 33%.
Ancora, il 12,1% dei migranti che arrivano da noi ha un'istruzione
universitaria. Le donne, infine, sono generalmente meglio degli
uomini.
Singolare la fonte utilizzata
dai due studiosi, ma indispensabile per comprendere le proporzioni
del fenomeno. Devillanova e Frattini hanno basato la loro ricerca
su 10 mila profili di clandestini che, nell'arco di 18 mesi, si
sono rivolti al Naga di Milano, l'associazione di volontariato che
presta assistenza sanitaria gratuita ad immigrati irregolari. Ne
emerge quindi il limite, ossia il fatto che in termini quantitativi
lo studio possa essere considerato semplicemente un campione, esemplare
della condizione italiana. "Questo dato - sottolinea Devillanova
- va letto con prudenza poiché non c'è una perfetta
corrispondenza tra i diversi sistemi formativi". Ad ogni modo,
secondo lo studioso, la scolarità degli immigrati è
superiore a quella percepita. Questo perché il dato deve
essere corretto con la massa dei regolari, che sono generalmente
più istruiti dei clandestini.
Così, mentre negli atenei
di tutta Italia si discute preoccupati della "fuga dei cervelli",
il Paese scopre di possedere un "capitale" non utilizzato.
Per il quale l'alta scolarizzazione non si traduce nello svolgimento
di lavori corrispondenti. Dallo studio si evince che quasi tutti
i clandestini occupati, ossia il 54%, svolgono infatti mansioni
elementari - dall'assistenza domestica al facchinaggipo, fino alla
vendita ambulante e l'impiego nel settore edilizio. Al contrario,
in patria solo il 15% di questi era occupato in lavori simili, mentre
più del 5% era insegnante o professore.
"Questo genere di migrazione
- sottolinea Devillanova - determina un impoverimento del capitale
umano dei paesi di origine (il cosiddetto brain drain), dal momento
che migrano soprattutto i più istruiti e un conseguente spreco
di questo capitale (il brain waste), quando le loro competenze non
sono utilizzate nel paese di destinazione. Tale risultato mette
in dubbio anche l'eventuale efficacia di politiche di selezione
degli immigrati, dal momento che il loro livello di istruzione è
già alto, ma il tessuto produttivo italiano sembra poco interessato
alle loro qualifiche". fonte:
la repubblica.it
Referendum, duello Prodi-Berlusconi
Il premier: «Lui cerca rivincite. Se vince il "no"
m'impegno per il dialogo». Replica: «Diamo una lezione
alla sinistra»
ROMA - Con
l'avvicinarsi del voto sul referendum, scendono in campo i leader,
rimasti fin qui abbastanza coperti. Sull'appuntamento elettorale
del 25 e 26 giugno, Prodi e Berlusconi hanno una visione antitetica.
Così come sul delicato tema delle modifiche costituzionali.
«Berlusconi ha tutto l'interesse a politicizzare lo scontro
perché ha bisogno di una rivincita, ma sbaglia», spiega
il Professore in un'intervista al Giornale Radio Rai. Berlusconi,
da parte sua, ribadisce intervendo a Italia uno che votare sì
al referendum servirà «ad ammodernare la Costituzione».
Di più il Sì servirà a «dare una lezione
a questa sinistra rappresentata da Prodi e dai comunisti al governo,
che basa tutto sull'invidia e non ha altro programma se non quello
di distruggere le nostre 36 riforme di ammodernamento del paese».
DIALOGO SULLE RIFORME - «Noi
invitiamo - replica Prodi a distanza - a votare no ma con la ferma
apertura a un processo di riforme condiviso». Prodi assicura
che in caso di vittoria del no ci sarà il dialogo con il
centrodestra. «Assicuro e mi prendo tutta la responsabilità
- spiega Prodi - di avviare un dialogo con il centrodestra dopo
il referendum in caso di vittoria del no». «Non abbiamo
bisogno - prosegue il presidente del Consiglio - di ricominciare
da zero. Abbiamo alle spalle anni di approfondimento e dibattito.
Il problema è solo mettere insieme le esperienze che abbiamo
fatto nella bicamerale e in altri tentativi di riforma, e avere
alcuni punti da attuare insieme. Ad esempio sulla riduzione dei
parlamentari siamo tutti d'accordo ma non sull'umiliazione del Presidente
della Repubblica e soprattutto sulla divisione dell'Italia in due,
e sul fatto che la parte del mezzogiorno dovrebbe arrangiarsi».
INFORMAZIONE TV SOTTO ACCUSA- Parole di critica, da parte del presidente
del Consiglio, arrivano poi per quel che riguarda il sistema informativo.
In tv, dice Prodi, il referendum «viene spiegato in modo del
tutto parziale». La campagna fatta dalle televisioni, insiste
il Professore, «è una campagna di parte. È un
problema estremamente serio, andiamo di fronte al referendum con
una informazione televisiva del tutto parziale». fonte:corriere
della sera.it
Novizia arrestata per abusi
su minori
Voleva lasciare il paese per tornare in Perù
SALERNO
- Voleva tornare in Perù, ma è stata arrestata a Roma
con l'accusa di violenza carnale su minore. Soledad, novizia peruviana
di 23 anni, in Italia da quando ne aveva 18, lavorava nell'asilo
gestito dalle suore dell'ordine di Santa Teresa del Bambino Gesù
a Vallo della Lucania (Salerno). Un'indagine iniziata mesi fa, dopo
che la mamma di una bambina di 4 anni, che frequenta l'asilo gestito
dalle suore di Santa Teresa, aveva presentato una denuncia alla
Procura della Repubblica sugli abusi sessuali che sarebbero stati
commessi tra le mura della scuola.
Soledad alcune settimane fa aveva
lasciato l'istituto di Vallo della Lucania e si era trasferita a
Roma da dove aveva intenzione di raggiungere il Perù. La
novizia è però rimasta nella Capitale su ordine della
Congregazione, in attesa che la vicenda si chiarisse. Un ritorno
in Perù che si allontana: l'ordine di arresto è stato
emesso dal procuratore del tribunale di Vallo della Lucania, Alfredo
Greco. fonte:
la repubblica.it
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Il rock vince la scommessa di Imola
Alla nona edizione dell’Heineken Jammin festival. Venerdì
per i Depeche Mode gli spettatori erano solo 30 mila
DAL NOSTRO INVIATO
IMOLA - I metallari hanno battuto i Depeche Mode (che si erano esibiti
venerdì dopo aver trascorso la giornata sulla spiaggia di Rimini)
in questa nona edizione dell’Heineken Jammin festival conclusasi
a tarda notte con il concerto dei Metallica, cominciato poco dopo la conclusione
della partita Italia-Stati Uniti trasmessa su tre megaschermi giganti.
Cinquantamila nella giornata finale contro i trentamila dei Depeche. Suoni
possenti, tecnica chitarristica unica, i Metallica hanno confermato d'essere
per i fans quasi una religione pescando il meglio del loro vasto repertorio
da «Master of Puppets» del 1986 al così detto «Black
Album» («Enter Sandman» e «The Unforgiven»)
a «Ride The Lightning» da cui è tratta «Creeping
Death» che ha aperto il concerto.
L’afflusso di pubblico, in coincidenza con una partita così
importante, ha stupito gli stessi organizzatori e ha dimostrato che si
può tifare contemporaneamente per Toni e Cannavaro da una parte
e per James Hetfield e Lars Urlich dall’altra. Del resto il mix
calcio-metal era esploso già nel pomeriggio durante l’esibizione
degli italiani Lacuna Coil che hanno suonato intorno alle 17.30 sotto
il sole cocente e una temperatura di 35 gradi mentre decine di metallari
sventolavano il tricolore imitati a un certo punto sul palco dalla cantante
della band Cristina Scabbia. Che, celebrata dalla stampa specializzata
come cantante più sexy del rock-metal, sembra seccata per tutta
l’attenzione che viene data alla sue fattezze «mentre si trascurano
dieci anni di intensa attività artistica».
A sentire i Lacuna Coil la vita del metallaro è tutt’altro
che facile: «Abbiamo un pubblico conservatore che vigila sulla presunta
coerenza della propria band preferita ai valori degli esordi. Ma spesso
basta che diventi popolare o finisci in classifica perché i fan
ti accusino di essere corrotto dal successo e venduto al mercato».
A vederli, questi fans del metal, disciplinatamente in coda per la loro
razione d’acqua che i vaporizzatori posti su gigantesche bottiglie
di birra hanno dispensato al ritmo di 20 mila litri all’ora, mentre
sul palco suonano i californiani Avenged Sevenfold che sono un tripudio
di maxitatuaggi, ispirano simpatia e fiducia. Benedetti poi dai Darkness,
che hanno suonato prima della partita, offrendo fra l’altro «One
Way Ticket» che da il titolo al loro ultimo album ed è una
canzone contro la droga mentre il resto del repertorio offerto è
una sorta di leggero e allegro metal-cabaret fra scherzi e falsetti. Peggio
era andata ai Living Things bersagliati da lanci di bottiglie dopo una
provocazione del cantante al pubblico.
Heineken ha confermato che, nonostante
le difficoltà di reperire ogni anno un cast adeguato, continuerà
ad andare incontro alle aspettative di consumatori di musica rafforzando
le iniziative collaterali che vanno dallo «Sport village»
all’area community. Una serie di attività ormai così
vaste da giustificare, al di là del cast, i ben 5 mila abbonamenti
venduti alle due serate pur così eterogenee. Il servizio sanitario
ha effettuato poco più di 60 interventi per malori e contusioni
e solo uno legato all’uso di stupefacenti e due all’alcol.
fonte: corriere della
sera.it
Iaquinta: escluse fratture
L'attaccante cade sul pollice sinistro: il medico Castellacci parla
di "trauma distorsivo", oggi gli esami. Gilardino, Perrotta
e Zambrotta a parte. Squalifica di De Rossi: venerdì la decisione
Fifa
DUISBURG (GERMANIA)
- Sollievo Iaquinta. L'attaccante cade male sul pollice sinistro durante
un "torello" alla ripresa degli allenamenti, si sospetta una
frattura al dito. Quindi la prima visita: il medico azzurro Enrico Castellacci
esclude fratture, oggi comunque il giocatore sosterrà gli esami
di controllo. "Il giocatore ha subito un forte trauma distorsivo
al metacarpo falangeo del primo dito": spiega il medico, che ha fatto
indossare un tutore all'attaccante, anticipando che già contro
la Repubblica Ceca potrebbe giocare con una fasciatura. Il professore
ha sciolto anche le riserve su Gilardino e Perrotta, oggi a parte, ma
che giovedì saranno a disposizione.
Gli azzurri, dopo un breve riscaldamento, hanno giocato una partitella
a mezzo campo sette contro sette. In maglia rosa Amelia, Materazzi, Zaccardo,
De Rossi, Camoranesi, Inzaghi e Totti. Dall'altra parte, in maglia bianca,
Peruzzi, Oddo, Barone, Gattuso, Barzagli, Grosso e Del Piero. La partita
è finita 10-5 per i rosa. In grande forma Inzaghi e Del Piero,
autori rispettivamente di sei e cinque reti. In gol sono andati anche
Totti, Camoranesi, Zaccardo e Materazzi. A parte si sono allenati Gilardino,
colpito duro alla caviglia sabato, Zambrotta e Perrotta, che deve recuperare
dal forte colpo al nervo sciatico. Domani è previsto un allenamento
pomeridiano a porte chiuse. Mercoledì, invece, gli azzurri si trasferiranno
ad Amburgo, dove giovedì alle 16 è in programma la terza
e ultima gara del girone E contro la Repubblica Ceca.
Il giorno del giudizio per Daniele De Rossi sarà il 23. La Fifa
infatti si riunirà venerdì prossimo per decidere la squalifica
del centrocampista azzurro, espulso contro gli Stati Uniti per la gomitata
a McBride. Ad annunciarlo è stato Giancarlo Abete, il capodelegazione
dell'Italia ai Mondiali. "La decisione della Fifa arriverà
il 23 - ha spiegato -. Il ragazzo scriverà una dichiarazione, comunque
alla fine accetteremo senza obiettare la sentenza della Fifa. De Rossi
ovviamente è giù, l'ho visto, è anche rientrato in
albergo abbattuto prima di tutti. In lui c'è grande amarezza e
mortificazione, ma non facciamolo diventare il capro espiatorio di una
situazione più grande". Abete ha smorzato poi le polemiche
da parte di chi non gioca: "C'è la volontà di partecipare
da parte di tutti, è normale, ma complessivamente il clima è
tranquillo e sereno".
Il Mondiale deciderà il futuro di Lippi, sospeso tra il rinnovo
del contratto come c.t. azzurro e la panchina del Real Madrid. "Posso
assicurare che ancora non ci sono stati contatti tra Lippi e il Real Madrid
- ha detto Giancarlo Abete, capodelegazione dell'Italia ai Mondiali -.
In questo momento non sarebbe nemmeno opportuno. Il rinnovo del contratto
del c.t. con l'Italia è legato all'esito del Mondiale. Il fatto
che ci sia una società così importante interessata al nostro
ct comunque fa piacere, vuol dire che sta lavorando bene".
fonte:
la gazzetta dello sport.it
Pirlo: "Italia,
non preoccuparti"
Il centrocampista azzurro: "Fino a sabato potevamo vincere il
Mondiale, poi sono nati i dubbi. Ma con la Repubblica Ceca basta un pari,
e batterli non è un'impresa"
DUISBURG (Germania)
- L'ordine che mette di solito a centrocampo prova ad applicarlo anche
alla situazione, diventata improvvisamente scottante, dell'Italia. Andrea
Pirlo, che ha parlato al termine dell'allenamento degli azzurri di stamattina,
sembra avere le idee chiare.
"Il nostro obiettivo in questo Mondiale resta lo stesso - ha spiegato
il milanista -. Fino a sabato si diceva che potevamo vincere il titolo,
dopo il pareggio con gli Stati Uniti sono nati i primi dubbi. In realtà
contro la Repubblica Ceca ci basta un pareggio e anche battere la squadra
di Nedved e soci non è un'impresa". Poi Pirlo è tornato
sull'espulsione di De Rossi. "E' stato un gesto istintivo, lui ci
ha giurato di non aver fatto apposta. Comunque - ha concluso - ora dobbiamo
solo giocare per vincere". fonte:
gazzetta dello sport.it
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